Allora non volete sapere di quella sera in cui con le mie amiche del corso di Spagnolo si decise di andare a San Lazzaro al Bowling… Dove per via del mio peso mi diedero la boccia rosa da bambini, non tenendo conto però che ho le mani grandi…
…Ecco la Marghetti al tiro, boccia in mano. Licia (è bravissima) che mi dice fai così… fai colà, prendi la rincorsa e lancia il più dritto possibile…
Ecco appunto…non lo volete sapere. Beh, pazienza…(rido).
E neanche volete sapere di quella giornata…
Marradi Maneggio, sììì… tutto il branco delle "smesse" a cavallo. Io adoro quell’animale, però a differenza di Claudia, Simona e Gabriella io non ci ero mai salita sopra. Comunque mi presentai vestita modello Calamity Jane, cappello e frange comprese, che ridicola!
Il titolare del maneggio, un omone di poche parole, stava assegnando il cavallo a tutte… e io raccomandavo di darmene uno tranquillo. Lui mi guarda e dice: "Tu, con quella faccia che ti ritrovi… Eheheh… ti darò… ti darò…Fulmine!".
Ah, già, ma non lo volete sapere… (rido molto). Beh, pazienza anche stavolta…
E che per anni ho fatto l’abbonamento al Teatro Duse di Bologna, e che ci andavo con Roberta sempre il giovedì sera… nemmeno questo volete sapere…
Nel pacchetto comprato in Internet, oltre ai classici era compreso anche lo spettacolo comico.Bene… chi mi conosce dal vivo sa che risata ho io… e a chi non mi conosce, a quanto pare non va di saperlo…
Quindi com’è che a un certo punto la Premiata Ditta abbia smesso di recitare perché piegata in due dal ridere, no, non lo volete sapere. E quindi non ve lo racconto… Eheheheheh!
Invece, e a me fa piacere saperlo, volete la pagina 141 del mio libro, che se per certi versi vi ha fatto (non a tutti, è ovvio) piangere, però possiede al suo interno alcuni attimi meravigliosi di amore oltre ogni limite, e tanti, tanti indimenticabili sorrisi… (ora sorrido, infatti!)
Voglio urlare, pag. 141
Castelfranco Emilia.
Noi si andava a turno a trovare Milo in carcere.
Lui mi vedeva bellissima: come facesse me lo domando ancora.
E di me parlava anche con gli altri detenuti.
Bisogna che spieghi che un paio di mesi prima ero stata intervistata fuori dal solito supermercato. Non potevo nemmeno immaginare che in realtà si trattava di una selezione per la partecipazione allo spot televisivo di un famoso detersivo.
Ma ci credi che hanno preso proprio me?
Così mi ritrovai sulle varie reti televisive a raccomandare con convinzione l’acquisto di quel detersivo piuttosto che di un altro.
Lo spot andò in onda per tanti mesi, ma io non ne avevo fatto parola con nessuno.
Cosa vuoi che ti dica, mi vergognavo.
Ma un bel giorno, in refettorio, Milo che neanche a dirlo stava parlando di me, all’improvviso si vede comparire in televisione la mia bella facciotta.
Lui sgrana gli occhi: eccola, è lei mia sorella, è lei!!
Non si può dire com’era felice: una sorella famosa!
La settimana dopo, durante il solito colloquio, mi vedo recapitare da un Milo felice e orgoglioso una pila di fogli dei vari Angelo, Antonio, Piero, Peppino, con solenne richiesta di autografo possibilmente con dedica.
Lui mi amava alla follia.
E così io amavo lui.
Ma forse davvero e per davvero non glie l’ho mai detto.
Sorrido, ma mi manca da morire.
Per tutti i bambini e non…adesso è Natale: http://offart.splinder.com