Non vi ho mai raccontato del mio viaggio a Parigi.
Avevo 21 anni e praticamente non avevo mai visto nulla. Se ci ripenso, che emozione! L’aereo… ero talmente eccitata che il pilota mi regalò… le ali. Le ho ancora, le conservo dentro a una scatolina. Fu bellissimo: come se mi avesse regalato delle ali vere. Cominciavo finalmente a volare?
A Parigi ci andai con il mio fidanzato, poi diventato marito e ora ex marito, ma ora e per sempre mio grande amico.Voleva davvero conquistare me quell’uomo…(se per caso mi stai leggendo non farti prendere dal romanticismo, noi ora siamo due amici che si vogliono un bene dell’anima e va bene così). Comunque fece le cose in grande (per il suo reddito di allora è ovvio): un soggiorno di una settimana in settembre, Hotel de la Bourdonnais, a 300 metri dalla Tour Eiffel.
Lui mi ha sempre affascinato perché parla molte lingue, e tutte a meraviglia, qualsiasi cosa dicesse in francese, anche la più banale, mi incantava… Non vi sto a raccontare tutto quello che ho visto: una città bellissima, il luogo più romantico del mondo, per due che si stanno innamorando… però la figura orrenda che gli ho fatto fare al museo del Louvre non credo che la dimenticherà mai! Io ho un brutto vizio, voglio toccare tutto (rido)…
Ricordo ancora quanto lavorai per poter partire per quel viaggio con un po’ di soldini in tasca, così tanto che riuscii anche a farmi fare un vestitino di seta con sfumature di rosso che mi stava stupendamente: ero davvero carina, e sapevo già in quale occasione l’avrei indossato. Lui prima di partire mi aveva detto che l’ultima sera saremmo andati in un bel ristorante e volevo che fosse fiero di me… Che chiusura romantica per quella settimana di sogno… Aveva scelto il Jules Verne, quello sulla Tour Eiffel, dove si arriva salendo con l’ascensore privato e trasparente. Che spettacolo!!
Dove però ho avuto una serie di problemini…
Sì, perché il malefico vestito di seta, che avevo tenuto in serbo per quell’occasione, mi faceva… scivolare! Avete capito bene… mi sono ritrovata tutto il tempo impegnata a puntellare con i tacchi per non sparire letteralmente sotto al tavolo… uno sforzo disumano.
Lui che voleva parlare d’amore, i camerieri lenti come la messa cantata, il ristorante che girava…mettendo una splendida Parigi notturna ai miei piedi inchiodati al pavimento… che sofferenza… Lo guardavo, ma il mio viso tradiva non l’emozione di un momento magico, al contrario si produceva in una gamma di smorfie strane, che lasciavano lui sempre più perplesso… Povero, a un certo punto mi disse:
– Monica, forse non c’è nulla di tuo gradimento? –
Allora mi feci coraggio e a bassa voce risposi:
– Qui è tutto magico e mi mangerei una mucca intera, ma c’è un problema che non mi da pace… io… beh, ecco, io… scivolo!
Mi guardò senza capire, ma riuscì a dirmi, con voce gentile:
– Come dici cara? Non capisco… –
Io:
– Il mio vestito. Sulla poltrona di pelle lucida mi fa scivolare… –
Lui, evidentemente sollevato, si fece una sonora risata:
– Ma perché non me l’hai detto prima! Dai, facciamo cambio, tu la sedia, io la poltrona.
Io. Feci un sorriso grande, mentre finalmente uscivo da quel ridicolo incubo.
– …Non è che…potrei avere un dolcino, per favore? Ho un po’ fame adesso…
Lui. Mi guardò con una tenerezza infinita e chiamò il cameriere.
– Le riporti tutto il menù. Ora è pronta! –
Non gli ho mai chiesto quanto gli costò la cena, il viaggio…(non correre a raccontarmelo adesso!)….So bene che come donna qualche limite ce l’avevo… Però voglio fargli sapere che non ho più paura e ho ritrovato i pezzi di me che mancavano. Ero un grande disastro, lo so, ma spero di avergli fatto buona compagnia di averlo aiutato ad essere meno "ingessato".
Per dirla tutta, sì: comunque di certo l’ho reso più bello! (non puoi negarlo rido)
Beh, la Marghetti è tosta… E ormai ha imparato a scegliere la sedia, quando indossa un vestito di seta!