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Ti vorrei regalare

gelatini 5 stelle

Conosco una persona che guarda il mondo timidamente  e si è sempre domandata: –cosa ci faccio qui? a chi sono destinata? –
Conosco una persona con un cuore grande  e un sorriso sincero.
Conosco una persona che si emoziona come un bambino davanti a tutte le vetrine  e desidera  un cornetto cinque stelle Sammontana!
Conosco una persona che cammina tutta sola, la guardo e penso:che due occhi così belli non dovrebbero mai piangere!
A questa persona vorrei regalare tutto quello che la vita non gli ha dato…e per iniziare:

-Cameriere per favore due cornetti cinque stelle Sammontana!-

 

Vecchie parole…sempre nuove

parole che volano

Vecchi giornali, a scaldare,coprire i  nostri cuori  che buffo ci siamo avvolti in quella carta e occhi negli occhi ci siamo perduti…In questa vita che non ci vuole vedere insieme, in questo oggi che non ha ieri e domani,mi domando quanto tempo mi aspetterai quanti giornali sfoglierai? Sfiderai il tempo che non abbiamo? Lo ingannerai? Dimmi lo farai per un bacio o un gelato? Pochi spiccioli da spendere ma di amore oh di quello ne avrei da vendere!

Tienimi le mani …ho freddo!

Monica – 1

Foto by pires de sousa Toccata und Fuge

T’avveleno di vita.
 Potrei.
 Veleno al contrario che
 riscalda, e non gela, il tuo cuore.
 Fammi entrare.
 Lasciami scorrere nelle tue vene.
 Lasciati scaldare…
 More and more and more and…
 
 
(Stop)
 Potrei. Potrei rompere il buio
 con il mio corpo e
 a toccarti le mani potrebbero essere ancora le mie.
 Conosco
 conosco ogni dettaglio di te…

 (Play)
 “Calore e un lunghissimo gioco
  di piacere che procuro a me…
  dalla sagoma dei tuoi fianchi
  che si muovono nella mia testa…
 Abbandono crescente nel muschio dei tuoi capelli…”
 
(Stop).
 S-T-O-P
 
  No more…
  Sedermi di fronte a te, potrei.
  Tu
  sei lontano.
  Tu hai scelto di
  imprigionarmi nella tua testa soltanto.
  Invalicabile acquario e muto.

  Vorrei che tu mi guidassi alla ricerca
  della tua bocca che al buio non vedo…
  ma sento, ne seguo la linea di morbide labbra,
  che con la mia lingua dischiudo.
  E ancora ti esploro, ma lenta
  finchè davvero i sospiri
  divorate parole
  diventano suppliche…
  Tutta me a chiederti ancora, ancora e di più di più…
  e tu saresti dolcemente una furia
  né distinguere potrei le mani tue
  dovunque su me
  …ti sentirei vibrare tremare
  vorrei sentire tutta la passione forza, potenza sentire che vuoi me
  daccapo…
  E scrivo per te… anche adesso…
  E m’illudo di sentire dalla tua voce
  gridato il mio nome!

                                          MONICA!

“Registro” il mio cuore

Nundo Belo

Di notte riavvolgo e riascolto e riavvolgo
un nastro custode di suoni ormai attorcigliati.
Tante sono le volte che gli ho imposto di restituirmi la tua voce.
(Stop) –  (Play).
Sogno  e pretendo e odio le tue parole
quelle non dette,
non a me sussurrate, modulate, gridate.
Suonano estranee ma io…
eppure, le voglio.
(Pause).
Avrei dovuto capire che a me
non avresti mai trovato il coraggio per dire
parole attese tanto da rimanere sfinita.
Ma scrivi, tu scrivi, mi scrivi.
Sì certo, parole come ornamenti.
Ma mute. Vieni. Parla. Nudo rimani.
Anche Tu.
E scrivo io pure, allora, scrivo, sulla mia pelle scrivo.
A te. Inutilmente solitari entrambi.
(Play).
E non la riconosco
la tua voce che ascolto ostinata.
Tuttavia l’ascolto.
Mi restituisce, di te
sensazione (t’immagini?) viva.
Del tuo corpo che il mio
confonde di desiderio.
Tracce soltanto. È poco.
Basta! Carne.
Lo siamo.
(Stop)(Stop)
(Stop)

Fanno meglio i ricordi (o più male).
Il tuo profumo d’uomo io bestiolina annusavo incatenando, in
desiderata schiavitù, la mia pelle alla tua pelle ‘lontana’.
Inutile. Non posso raggiungerti. Mi cerchi, ti neghi.
Braccia, le tue, cingevano me senza che potessi toccarti.
E tempo frammezzo che la tua voce non voce mi dava, io, ‘cantante’ e
cantora dei versi più belli ma soli.

So soltanto che il tuo profumo da  sempre ha reso me schiava della tua
pelle "lontana"
Che la tua voce non voce tempo mi concede e mi rende "cantante" dei
miei versi più belli.
Dunque scrivo sostituendo con l’inchiostro carezze che mi urgono
dentro. E racconto ai miei sensi di un desiderio compilato invece che
vissuto. Eppure docili braccia e calde possiedo,
ho solo parole a pagina bianca affidate.
E la pagina nel desiderio affidato bianche lenzuola si fanno,
corpi veri cesellano appassionate carezze,
autentiche carezze.
E scrivo per te… no faccio l’amore…
donna per te, anche ora…

Mangiando un gelato “Ti amo di Bene”

baciodolce come un gelato

Ti amo
 ti amo di bene…


Ma di bene dolce e caldo…
 cioccolato? miele?
 No. Anima. Essenza.
 Un piccolo fagotto di me.
 Bene fresco, battito di cuore
 mani, occhi capelli, sussurro e grido.
 IO, insomma.
 Quando corro, quando arranco,
 quando mi fermo impietrita
 incapace a comprendere come
 la vita che così tanto amo
 così tanto mi possa tradire.
 Ma no, la vita è vita,
 sempre
 e quando si ama
 ma si ama di bene
 non c’è lacrima o stupore
 che non appartenga esageratamente.

Un giorno qualunque

fantasia

Il mio viaggio infinito

per trovarti

lungo strade che non mi stanco

di percorrere…

Da quanto tempo sono in cammino?

Bagaglio leggero,ho con me tutto

quello che occorre

ben riposto nel mio cuore

il tuo profilo e quel gesto

che sempre precede un sorriso,

zucchero e miele

per ingentilire le mie labbra

quando la notte in cielo splende una stella

e la mancanza di te

si fa più greve nel mio cuore,

il bisogno di averti

che accelera i miei passi

l’urgenza di te

delle tue braccia,della tua pelle,del tuo odore…

Restituire  libertà finalmente

alle audaci carezze che le mie mani e il mio corpo

Solo al tuo possono donare.

Oh,sarò lì,aspettami

tra le tue braccia tienimi stretta un poco

e poi sarà il tempo dei baci

così a lungo rimandati

interrompi questo viaggio infinito

vienimi incontro

non posso più sopportare

l’assenza della tua voce

che sussurra il mio nome…

Bacio al fiore…

colidianalove

 

Fantabà & Moniquemilò

In : “Besaflor”

 

 

 

 

Ti ho intravisto… nelle parole picchiettate sui tasti, generose e leggere, ma tanto forti da spezzare le catene che stringevano la solitudine del mio cuore.

E mentre mi spogliavo dalle catene, mi vestivo d’amore!

Intanto sui tasti tu continuavi a intrecciare parole e amore e anch’io imparavo di me, che ero capace d’amare. E le parole continuavano a frullare, simili al rapido battere d’ali di un colibrì sospeso dinnanzi a un fiore da cui riceve, e gli è grato, nutrimento dolcissimo.
Besaflor del mio cuore, che per te si fa corolla di petali delicati d’arcobaleno…
Besaflor che ringrazi il tuo fiore, che ti curi di non sciupare.
E in punta di becco non dimentichi mai, Besaflor, di lasciare un tenero bacio, in cambio di una stilla di dolcezza dal fiore donata…

 

Vi auguro che un Besaflor vi sfiori lieve anche per il 2008 dal mio cuore vi giungano i migliori auguri per un anno da vivere alla grande o un anno da vivere…semplicemente!

con amicizia e amore

la vostra (sì, vostra è così che mi sento)

monica.

  

 

  

In attesa che arrivi Natale mi mangio una mela

vorrei abbracciarti

 

Sprofondati sul sofà

Io e te.

Luci basse,candele accese

profumate…

si riflettono nei miei occhi.

Due piccole stelle,dici

due piccoli teneri fuochi…

E io le ritrovo nei tuoi

ancora più luminose.

È un gioco di sensuale dolcezza

il tuo piede cerca il mio

e lo accarezza

mangiando la stessa mela

a piccoli morsi ti assaggio

mi assaggi…con un bacio rovesciato.

 

 

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Mancano sette giorni a Natale ho voglia di parlare

con_Tarlo_un_pomeriggio

  Allora non volete sapere di quella sera in cui con le mie amiche del corso di Spagnolo si decise di andare a San Lazzaro al Bowling… Dove per via del mio peso mi diedero la boccia rosa da bambini, non tenendo conto però che ho le mani grandi…

…Ecco la Marghetti al tiro, boccia in mano. Licia (è bravissima) che mi dice fai così… fai colà, prendi la rincorsa e lancia il più dritto possibile…

Ecco appunto…non lo volete sapere.  Beh, pazienza…(rido).

 

E neanche volete sapere di quella giornata…

Marradi Maneggio, sììì… tutto il branco delle "smesse" a cavallo. Io adoro quell’animale, però a differenza di Claudia, Simona e Gabriella io non ci ero mai salita sopra. Comunque mi presentai vestita modello Calamity Jane, cappello e  frange comprese, che ridicola!

Il titolare del maneggio, un omone di poche parole, stava assegnando il cavallo a tutte… e io raccomandavo di darmene uno tranquillo. Lui mi guarda e dice: "Tu, con quella faccia che ti ritrovi… Eheheh… ti darò… ti darò…Fulmine!".

Ah, già, ma non lo volete sapere… (rido molto). Beh, pazienza anche stavolta…

 

 

E che per anni ho fatto l’abbonamento al Teatro Duse di Bologna, e che ci andavo con Roberta sempre il giovedì sera… nemmeno questo volete sapere…

Nel pacchetto comprato in Internet, oltre ai classici era compreso anche lo spettacolo comico.Bene… chi mi conosce dal vivo sa che risata ho io… e a chi non mi conosce, a quanto pare non va di saperlo…

Quindi com’è che a un certo punto la Premiata Ditta abbia smesso di recitare perché piegata in due dal ridere, no, non lo volete sapere. E quindi non ve lo racconto… Eheheheheh!

 

Invece, e a me fa piacere saperlo, volete la pagina 141 del mio libro, che se per certi versi vi ha fatto (non a tutti, è ovvio) piangere, però  possiede al suo interno alcuni attimi meravigliosi di amore oltre ogni limite, e tanti, tanti indimenticabili sorrisi…  (ora sorrido, infatti!)

 

 

Voglio urlare, pag. 141

 

Castelfranco Emilia.

Noi si andava a turno a trovare Milo in carcere.

Lui mi vedeva bellissima: come facesse me lo domando ancora.

E di me parlava anche con gli altri detenuti.

Bisogna che spieghi che un paio di mesi prima ero stata intervistata fuori dal solito supermercato. Non potevo nemmeno immaginare che in realtà si trattava di una selezione per la partecipazione allo spot televisivo di un famoso detersivo.

Ma ci credi che hanno preso proprio me?

Così mi ritrovai sulle varie reti televisive a raccomandare con convinzione l’acquisto di quel detersivo piuttosto che di un altro.

Lo spot andò in onda per tanti mesi, ma io non ne avevo fatto parola con nessuno.

Cosa vuoi che ti dica, mi vergognavo.

Ma un bel giorno, in refettorio, Milo che neanche a dirlo stava parlando di me, all’improvviso si vede comparire in televisione la mia bella facciotta.

Lui sgrana gli occhi: eccola, è lei mia sorella, è lei!!

Non si può dire com’era felice: una sorella famosa!

La settimana dopo, durante il solito colloquio, mi vedo recapitare da un Milo felice e orgoglioso una pila di fogli dei vari Angelo, Antonio, Piero, Peppino, con solenne richiesta di autografo possibilmente con dedica.

 

Lui mi amava alla follia.

E così io amavo lui.

Ma forse davvero e per davvero non glie l’ho mai detto.

Sorrido, ma mi manca da morire.

 

Per tutti i bambini e non…adesso è Natale:  http://offart.splinder.com