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Cambio casa e cambio anche io…

trasloco2013

Con gioia posso dire di aver trovato una casa più grande e confortevole e, cosa ancor più spettacolare, è l’affitto!  Risparmierò ben duecento euro al mese.

Al momento però sono un po’ stressata, manca un mese al trasloco definitivo e sono sommersa da scatoloni. Mai come al momento di traslocare ci rendiamo conto della quantità di oggetti e arredi che si è accumulata nella nostra esistenza… e mai come al momento di traslocare emerge l’esigenza di fare ordine, liberarsi del superfluo, dell’inutile, per iniziare una nuova vita!

 

Nespak

E se vi dicessi che sono felice? Ebbene lo sono e in poche righe, per non annoiare nessuno, proverò a scrivere perché.

Ho trovato un lavoro!

Sì, mi hanno scelta dopo aver intervistato alcune candidate, è un lavoro a tempo determinato in una bella azienda a Massa Lombarda;  si chiama Nespak ed io sarò d’aiuto nell’ufficio spedizioni. Mi sento di nuovo viva nel vero senso della parola!

Ho un programma di lavoro da imparare e persone stupende da conoscere, ed ho di nuovo una lunga estate per arricchire me stessa con nuove emozioni e sensazioni.

Posso affrontare questo cammino con serenità,  gli esami vanno bene, il cancro è fermo ed io mi sento in forma! Non ho nessuna intenzione di smettere di scrivere e di leggervi, mi siete stati tutti vicino e siete importanti per me: avete fatto in modo che non mi sentissi mai sola. Ecco perché sono sicura che in questo momento della mia vita sarete felici per me e con me!

Adesso ogni volta che al supermercato comprerete pesche, albicocche oppure due buone braciole confezionate in quei bei contenitori, penserete a me: la Nespak è azienda leader nella produzione di tanti di questi articoli che poi spedisce in tutta Italia e nel mondo.

Credo

La nostra paura più profonda

non è di essere inadeguati.

La nostra paura più profonda,

è di essere potenti oltre ogni limite.

E’ la nostra luce, non la nostra ombra,

a spaventarci di più.

Ci domandiamo: ” Chi sono io per essere brillante,  pieno di talento, favoloso? “

In realtà chi sei tu per NON esserlo?

Siamo figli di Dio.

Il nostro giocare in piccolo,

non serve al mondo.

Non c’è nulla di illuminato

nello sminuire se stessi cosicchè gli altri

non si sentano insicuri intorno a noi.

Siamo tutti nati per risplendere,

come fanno i bambini.

Siamo nati per rendere manifesta

la gloria di Dio che è dentro di noi.

Non solo in alcuni di noi:

è in ognuno di noi.

E quando permettiamo alla nostra luce

di risplendere, inconsapevolmente diamo

agli altri la possibilità di fare lo stesso.

E quando ci liberiamo dalle nostre paure,

la nostra presenza

automaticamente libera gli altri.

 

Nelson Mandela

Grazie

Sento il bisogno di ringraziare alcune persone: lo farò a modo mio, userò parole semplici ma lo farò pubblicamente, perché se lo meritano.

Dunque, bisogna che sappiate che…

Ho passato quasi tutta l’estate  2011 ricoverata nel reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Imola Santa Maria Della Scaletta, diretta magnificamente dal Dottor Artuso.  Sono stata operata due volte da chirurghi bravissimi,  le miei prime lacrime di disperazione me le ha asciugate il Dottor Linguerri: forse un grazie vero per avermi salvato la vita e l’intestino non gliel’ho detto mai! La timidezza del Dottor Giorgio Borioni, insieme alla sua bravura, fanno di lui un dottore con un grande cuore e tanta umanità.  Ma  voglio ringraziare ancora una volta  Il Dottor Artuso, che con la sua equipe  si è preso una vera dose di rischio operandomi la seconda volta per asportare il cancro e rimettere l’intestino all’interno della mia pancia: non so se avrei trovato la forza di vivere altrimenti. E un grazie infinito a tutti gli altri dottori e alle meravigliose infermiere della chirurgia.

Ma non è finita, nel mio caso il tumore necessita di chemioterapia, e qui arriva il bello…

A fine settembre 2011 vado alla visita oncologica: il dottore che ha avuto la sfortuna di incontrami per primo (ero terrorizzata , arrabbiata, etc) è stato Sandro Minzoni: che bravo che è stato! Mi ha convinta dopo un’ora di mie lacrime e di miei perché… insomma, è riuscito a fissarmi l’appuntamento con quello che sarebbe stato il mio oncologo in reparto, e anche qui devo dire che sono stata fortunata: le decisioni sui pazienti e sulle cure le fanno collegialmente insieme al primario il Dottor Maestri, ritenuto bravissimo nel suo campo.  Ha un aspetto da “genio triste”, ma quello che conta è il suo sapere e lui sa! Le infermiere sono simpatiche, dolcissime e soprattutto non sbagliano mai una vena… e anche questo è sapere!

Ma veniamo al mio oncologo: siete curiosi, vero?

Si chiama Luciano Scopece capelli lunghi, sorriso splendido, pacata serietà, chiarezza nello spiegare le cose, una immensa dose di umanità. Lo adoro (e poi detto fra di noi è pure bello), ma questo lui lo sa già; sono riuscita a farlo arrossire più di una volta. La Marghetti è tremenda, che si sappia!

Quindi ho iniziato il mio percorso verso la mia potenziale guarigione e vittoria: ogni 21 giorni mi reco in ospedale e cerco di essere sempre carina e sorridente, vado incontro alla terapia con il sorriso. Ho paura: è ovvio che sia così. Attendo l’esito degli esami con una certa ansia ma, mentre attendo di venire chiamata, cerco di chiacchierare con gli altri pazienti. Non potete immaginare quante persone ci sono che soffrono! Ho sempre pensato che la solidarietà sincera aiuta davvero. Condividere il dolore fa si che le persone non si sentano mai sole. Ho incontrato e cercato di fare amicizia con gli altri pazienti, e con molti di loro ci sono riuscita e ho anche imparato che se non  vedo più qualcuno, non devo chiedere dov’è finito… perché la risposta a volte  fa piangere.

Quindi nella mia mente penso che se  non vedrò più o questo o quella… è perché ha finito la cura!

Aiutare la ricerca, è necessario, si sono fatti passi da gigante e bisogna continuare contribuendo generosamente per salvaguardare la vita di tutti, la vita è una sola: merita di essere vissuta sempre e fino in fondo!

http://www.airc.it

Con tutto il cuore

Grazie.

Monica Marghetti

Non basta mai…

A quel paese (no, niente paura non vi ci mando) vivevano persone sempre nervose e con tanta voglia di litigare; le donne erano brutte e rugose fin da giovani, gli uomini sempre stressati e con tutti i capelli bianchi.

Quel paese non tracciato da nessuna mappa non veniva mai visitato e le rabbie e rancori crescevano come l’inflazione.

Poi un giorno una Multipla carica di persone in gita, allegre e un po’ bizzarre, si fermò di colpo: niente benzina e niente più Brum Brum e in coro dissero : ”E adesso che si fa? Ci vuole qualcuno che vada a cercare benzina, la gita non è finita non può finir così!”

“Ci vado io!” disse spuntando dal bagagliaio la marghetti,  “voi aspettatemi qui.”

Arrivò in paese dopo una lunga camminata e mentre si lasciava alle spalle la collina verde e gli amici in festa,  si trovò davanti case grigie strade senza alberi e notò che nessuna via era segnata

“Boh! Ma in che paese siamo finiti?”

Comunque continuò a camminare, camminare  e alla fine di una strada senza nome trovò il benzinaio: notò subito che nonostante fosse giovane sembrava un po’ vecchio. Senza nessuna gentilezza, il benzinaio riempì la tanica e con tono acido disse: “In questo posto non si ha ne tempo ne voglia di accettare carte di credito, solo contante!”

La marghetti sorrise, si fece coraggio e disse: “Sa, ci si è fermata la macchina, siamo amici in gita, siamo brave persone  e non appena ritorno con la benzina ripartiremo!  Grazie, arrivederci!”

Non ottenne risposta.

Quasi di corsa tornò indietro pensando che prima si andava via meglio era! Che brutto posto! Poi in una via stretta, lunga e un po’ buia  (non la solita via di mezzo) notò che sulla finestra semi chiusa di una casa, senza nessun colore e calore, vi era appoggiato un piccolo vaso con ciclamini delicati, piccoli e rosa. Si illuminò e pensò che in quella via ci doveva essere una targa. Tornò dagli amici che nel frattempo se la ridevano ( queste son cose belle) e raccontò loro tutto quello che aveva visto: quanto grigiore e tristezza, nessuna strada indicata… allora  ad uno degli amici  venne in mente di dipingere una targa da appendere all’unica strada con i fiori, una  targa da attaccare al muro di quel paese:  con un cartone e un pennarello scrissero il nome della via che avrebbe fatto la differenza. “Lo faremo stasera al buio” dissero gli amici sorridenti!

Battezzarono  la strada in “via abbi pazienza” poi, contenti e sempre più pazzi, ripartirono.

La nostra è una gita lunga che  continua ancora non sai in quale via finirai, in quale piazza né città, non sai chi incontrerai lungo il cammino… ma ricordati di ricordare che nella vita ci vuole pazienza.